IQNA

L’Iran ricorda l’attacco chimico di Sardasht e le complicità dell’Occidente

15:07 - July 01, 2019
Notizie ID: 3484098
Iqna - Il 28 e 29 giugno 1987, durante la guerra imposta tra Iran ed Iraq, i bombardieri iracheni attaccarono con bombe chimiche quattro zone affollate di Sardasht causando un massacro di civili. Il bombardamento chimico provocò la morte di 110 persone e il ferimento di altre cinquemila

La città iraniana di Sardasht è la terza città al mondo dopo Hiroshima e Nagasaki in Giappone, ad essere stata colpita con armi di distruzione di massa.

Il 28 e 29 giugno 1987, durante la guerra imposta tra Iran ed Iraq, i bombardieri iracheni attaccarono con bombe chimiche quattro zone affollate di Sardasht causando un massacro di civili. Il bombardamento chimico provocò la morte di 110 persone e il ferimento di altre cinquemila.

Purtroppo, molti cittadini di Sardasht patiscono ancora oggi gli effetti di questo terribile attacco. Nonostante siano trascorsi 32 anni dai bombardamenti chimici sulla città iraniana, ancora le famiglie delle vittime sollecitano la comunità internazionale per portare i principali responsabili di quei crimini davanti alla giustizia, ma tutti gli appelli sono rimasti inascoltati.

A partire dal 1981, l’Iraq  ha sparato innumerevoli testate chimiche contro i soldati iraniani. La guerra tra Iran ed Iraq (1980-1988) è stata la più lunga guerra convenzionale del XX secolo e una delle più sanguinose.

Le truppe irachene effettuarono il primo vasto attacco chimico contro l’Iran nel marzo 1981 con tonnellate di senape di zolfo e agenti nervini. Più tardi, con l’aiuto della Germania, l’Iraq ha cominciato a produrre gas mostarda e agenti nervini in grande quantità. A seguito di numerose richieste da parte del governo iraniano, la cosiddetta comunità internazionale nel 1984 ha inviato in Iran tre squadre ufficiali di indagine, ma solo dopo che gli elicotteri costruiti dai tedeschi, russi e francesi aveva scaricato altre tonnellate di veleno sul suolo iraniano.

Nel marzo 1984, il segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, ordinò un’indagine che ha esposto l’Iraq come trasgressore del Protocollo di Ginevra del 1925 che vieta l’uso di gas velenosi nelle guerre. Tuttavia, gli Stati membri hanno ignorato l’accusa contro il regime iracheno. Due indagini ufficiali furono avviate nel febbraio-marzo 1986 e nel mese di aprile 1987. Anche in questo caso, la comunità internazionale ha ignorato i risultati. 

Sardasht e la complicità dell’Occidente

Aziende provenienti da Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti sono state coinvolte nella vendita e nella fornitura di materiale per armi chimiche all’Iraq. Ad oggi, nessuna azienda è stata processata per il suo coinvolgimento in questo commercio.

Più di 30 attacchi chimici furono effettuati dalle forze irachene contro aree residenziali iraniane, così come nella città curda irachena di Halabja, in cui rimasero uccisi più di cinquemila civili. Diversi agenti chimici furono utilizzati sui soldati e civili iraniani durante gli otto anni di conflitto. La maggior parte degli agenti nervini hanno conseguenze fatali per gli esseri umani e provocano gravi danni all’ambiente. A causa degli effetti di iprite sul Dna, i sopravvissuti devono affrontare afflizioni a lungo termine delle vie respiratorie, degli occhi e della pelle.

Crediamo sia doveroso, soprattutto alla luce dei nuovi risvolti internazionali legati all’ingannevole accordo sul nucleare, non dimenticare mai le atrocità che l’Occidente ha fatto patire al popolo iraniano.

 

ilfarosulmondo.it

 

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